Ancora immagini bizzarre provenienti dal Giappone.
Attenzione però, questa volta sono da fascia protetta, quindi non cliccate sulla miniatura in fondo se siete degli irreprensibili bigotti o aderite al MOIGE, o entrambe le cose.
Il retaggio culturale shintoista dei giapponesi non impone tabù sul sesso, il che spiega perché questi fottuti musetti gialli siano così disinibiti e perversi, un po’ come noi bonobo. La loro apertura verso il sesso è inoltre dimostrata da un’ampia terminologia dedicata al mestiere più antico del mondo, che non è solo, anzi non riguarda affatto le Geishe, e che lì è ampiamente diffuso, apprezzato e regolato da leggi.
Se volete tenere una conversazione interessante sull’argomento, sappiate che il termine più indicato per la prostituzione è Baishun, letteralmente “vendendo la primavera” o “vendendo la gioventù” (che capacità di rappresentazione simbolica superiore!), e da esso deriva il termine prostituta, baishunfu.
Mizu shobai – letteralmente “il commercio dell’acqua” – comprende tutta l’industria dell’intrattenimento per adulti, suoi sinonimi sono “fuzoku” e “seifuzoku”, rispettivamente pubblica morale e morale sessuale. Questi termini derivano impropriamente da una legge che riguardava proprio le turbative della pubblica morale.
Ad ogni modo, se qualche giorno fa volevano farvi credere che “french is better” con questo video (a onor del vero, la cameriera è veramente un gran pezzo), beh ricredetevi cari transalpini. Il japanese kiss è meglio. Molto meglio.
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